giovedì 23 agosto 2007

Charles Manson


Charles Manson di Rudy De Amicis (Stampa Alternativa)
Stravolto diario esistenziale, ora angoscioso ora tenero, di una mente malata di normalità, e per questo ancora più folle, Charles Manson, opera prima di De Amicis edita in volume spillato, è un racconto per immagini e parole che non fa nomi (se non nel titolo indicativo) e non offre giudizi o appigli di sorta.
Lasciando libero spazio all’inconscio dell’invisibile protagonista, l’autore fa emergere, pur senza tante allusioni, critiche obiettive e distaccate a una società che educa alla solitudine, alla pazzia, alla violenza. In questo senso, l’istinto, sia pure rivolto verso la parte oscura dell’essere umano, è visto come ancora di salvezza e rifugio da proteggere a tutti i costi, l’unica essenza primitiva (si legga l’esemplare citazione di E.M. Cioran che completa il volume: “... niente rende più infelici che il dovere di resistere alla propria essenza primitiva, al richiamo delle proprie origini. Ne derivano quei tormenti dell'uomo civile ridotto al sorriso, aggiogato alla cortesia e alla duplicità, incapace di annientare l'avversario, se non col discorso, votato alla calunnia e come disperato di dover uccidere senza agire, con la sola virtù della parola, questo pugnale invisibile. Le vie della crudeltà sono varie... Il bisogno di uccidere, inscritto nel nostro sangue, siamo riusciti a trasferirlo nei nostri pensieri: soltanto questa acrobazia spiega la possibilità e la permanenza della società”) capace di liberare sussulti di vitalità e palpiti di passione nella meccanicità di una civiltà sull’orlo del collasso che funziona ormai, a tutti gli effetti, come una vera e propria arancia a orologeria.

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