Da troppo tempo ormai si sentiva parlare del Great Complotto pordenonese solo tramite informazioni frammentarie ed insufficienti, tramandate dai protagonisti e da testimoni diretti e indiretti di quella magnifica esperienza (anti)artistica e musicale. Questa però non è una semplice lettura divulgativa, che già sarebbe risultata apprezzabile e indispensabile, ma addirittura un corposo e complesso saggio dal taglio scientifico, concepito inizialmente come tesi di laurea. Lo studio è ricco di riferimenti al contesto socio-culturale degli anni ’70, con una lunghissima parte introduttiva per delineare il passaggio dal ‘68 alla nascita del punk a livello europeo prima e italiano dopo, e frequentissime sono le citazioni da due opere fondamentali come “Il sogno inglese” di John Savage e “Costretti a sanguinare” di Marco Philopat, dedicate rispettivamente al punk inglese/statunitense e a quello italiano.
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